Navigando nel mondo di Pavese
Nota filologica
Scritta nell’autunno del 1930, nello stesso anno della tesi di laurea su Whitman e della morte della madre, Consolina Mesturini, I mari del Sud rappresenta la definitiva maturazione della lirica pavesiana nella direzione della poesia-racconto (Il mestiere di poeta). Appare così significativa e necessaria la scelta del verso lungo e del ritmo anapestico che avvolge il lettore in una sorta di antica cantilena. La misura di base è il tredecasillabo anapestico, con numerose variazioni e con l’affiancamento di versi più tradizionali come l’endecasillabo e il doppio settenario (Di Girolamo, 1976; Di Paola, 1980; Carlino, 2008).
Edizioni a stampa: Poesia incipitaria di Lavorare stanca 1936 e 1943 (dove apre la prima sezione “Antenati”); nel 1937, nella versione della princeps, la poesia è inclusa nell’Antologia di Solaria, a cura di A. Carocci, Fratelli Parenti, Firenze 1937, pp. 327-330.
Varianti introdotte nella seconda edizione: come me, a quarant’anni] come me a quarant’anni (v. 15); auguri] augurî (v. 31); gigantesco, fra i pochi] gigantesco, tra i pochi (v. 55); anno a dir molto,] anno, a dir molto, (v. 56); appena: e io penso alla forza] appena; e io penso alla forza (v. 87); Cetaceo] Cetaceo (v. 95).
Collegamenti cronologici tra le opere
Questo testo è stato composto contestualmente a:
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Lettere:
- Lettera ad Arrigo Cajumi (Torino, 1° agosto 1930)
- Lettera a Ponina Tallone (18 agosto 1930)
- Lettera a Leone Ginzburg (Torino, 20 agosto 1930)
- Lettera a Carlo e Tullio Pinelli (Torino, 25 agosto 1930)
- Lettera ad Arturo Farinelli (Bibiana, 26 agosto 1930)
- Lettera a Giuseppe Prezzolini (25 novembre 1930)
Riferimenti
Luoghi in cui il testo è nominato dall'autore:
- Saggi:
- Diario:
Entità nominate
- I mari del Sud
È citato nei seguenti scritti: